All’apertura del campo estivo organizzato da alcuni personaggi della Commissione Grotte Eugenio Boegan in Canin c’ero anch’io.
Il loro impegno sarebbe durato 2 settimane (dal 12 al 28 Agosto),e così mi ritrovavo in funivia a Sella Nevea, a caricare una notevole quantità di materiale e viveri da trasportare: una parte (con anche 3 Km di piattina telefonica per il futuro campo invernale al Led Zeppelin), da stivare al rifugio Gilberti per quando gli uomini avrebbero deciso di andare sul versante di Sella Prevala, e una parte destinato al D.V.P.
Io, Gino e Cavia eravamo carichi più del solito (!!!); la gente lungo il sentiero ci osservava sconcertata, ma non solo per i nostri pesanti fardelli…
Il rifugio D.V.P. era quasi al completo: la nostra generazione di trentenni si infilava giusto nel mezzo tra quella dei mostri sacri e le giovanissime leve (quest’ultime ascese in Canin per svezzamento speleologico).
Noi tre il giorno dopo avevamo in programma una bella punta esplorativa a -330 m giù, in Conca dei Camosci, quindi ci eravamo ripromessi di andar a riposare sani e presto…
Al risveglio pochi ricordi confusi, una bottiglia di grappa distesa tra me e Cavia e un “leggero” mal di testa mi dicevano che la serata (non) si era svolta come da programma… ma qualche ora più tardi eravamo in grotta pronti a proseguire l’esplorazione: si trattava di arrampicare 7/8 m dal fondo verso quello che sembrava essere un pozzo parallelo.
Dalla cima dell’arrampicata Gino ha presto ridisceso un nuovo piccolo salto, ma sul fondo non c’e’ passaggio.
C’era però un’altra possibilità, ancora sopra le nostre teste: lassù, a 5 metri, pareva proprio partire la tanto sperata galleria freatica.
Gino risale anche questa e sparisce in galleria; io e Cavia stiamo mettendo in sicurezza questa seconda risalita quando da lontano arrivavano le urla entusiaste dell’arrampicatore: questo bel tubo orizzontale dal soffitto basso e largo 2m e mezzo arriva, dopo una quindicina di metri in direzione Gortani, in un bel cavernone e poi, dopo un saltino di una decina di metri,si intravede la partenza di una enorme, nuova galleria!
Gino, comunque, decide di fermarsi qui, con foto di rito e rilievo del nuovo tratto, per poi ritornare con calma nei giorni seguenti insieme agli amici della Commissione che avevano partecipato all’esplorazione della grotta … tanto a loro il tempo non manca!
Io che, al contrario, ho il tempo contato, risalgo a malincuore.
Alcuni giorni dopo, infatti, torneranno nell’abisso in compagnia di Totò e percorreranno 180 metri di galleria 5×8, fermandosi su di una frana che risulta, sul rilievo, essere la stessa presente in Dobra Picka. Complimenti!
Il giorno seguente la mia punta, mi reco da sola all’imbocco di una grotta dove presumo sia caduto il mio casco l’inverno scorso.
La grotta, non chiodata, forse scesa ancora all’epoca delle scalette, dopo 10 metri presenta ancora neve… troppa!
Riesco a scendere ancora 30-35 metri strisciando in verticale tra roccia e ghiaccio, ma poi la fessura si stringe troppo per permettermi di passare.
Perlustro quindi tutto il nevaio, ma del mio bel casco rosso non c’era traccia! Non mi rimane altro da fare che rassegnarmi e festeggiare, con tutta la piacevolissima compagnia e fiumi di alcool (che da quelle parti non é mai poco…), il ferragosto.
Vicky