Spluga della Preta, 11 ottobre
Per trovare una giornata libera a disposizione dobbiamo prenderci un venerdì di ferie.
Siamo io e Benji: obiettivo recuperare tutti i captori disseminati tra Sala Boegan ed il ramo del Vecchio Trippa.
L’approccio con il primo pozzo non è dei più rassicuranti: rivoli d’acqua corrono lungo le pareti e, per tutto il pozzo, un’incessante stillicidio preannuncia un duro viaggio…
Tranne che sul secondo pozzo (108m), il fragore dell’attivo ci accompagna per tutto il tragitto: nei meandri l’acqua arriva alle caviglie e, dopo una piccola doccia sul pozzo del Chiodo, guardo sconfortata l’attraversamento di un getto di acqua da parte di Benji sul pozzo Torino, pensando che dopo la “libera” sarebbe toccato a me.
Alla base del Bologna, bagnati fradici, conveniamo saggiamente di abbandonare l’idea di armare da lì sino al fondo di Sala Nera, e ci dirigiamo al campo base.
Attendiamo alcune buone ore riposando, mangiando e tentando di asciugare gli indumenti. Sentiamo la piena calare, così decidiamo di incominciare a risalire.
Recuperiamo i 6 captori e verso le 10 di sabato mattina siamo alla base del 131. Fuori nuvole basse e veloci coprono e scoprono il sole, ed il maestoso pozzo si illumina e si oscura ad intermittenza. Affascinante!
Per tutti i 131 metri di risalita piove a dirotto: rivoli d’acqua ci corrono sulla schiena; usciti il meteo ci accoglie con nevischio in terra ed un forte vento gelido. Comunque MISSIONE COMPIUTA.
Vicky