Barruz, 25 aprile oe 18:07
Ieri è stato un giorno di riposo dopo la massacrante uscita di mercoledì che dopo un avvicinamento di cinque ore e mezza tra andata e ritorno, abbiamo tribolato per gli 800 metri di grotta tra strettoie concrezionate e strisciate iperfangose, che se non fosse perché siamo in maniche corte, penseresti di essere in qualche buco nostrano.
Nel frattempo dopo avere salutato gli sloveni, arrivano a Barruz anche il resto del gruppo: Claudio, Matteo, Benji, Pirlo, Gigi.
Stamattina il risveglio non è stato tra i più facili…
Erano già le tre passate quando siamo riusciti finalmente a calmare gli animi bollenti dopo essere stati “coinvolti” nella festa del paese fatta apposta per gli Italian Cavers. Come al solito non ci siamo tirati indietro, anzi a dire il vero, ballavamo solo noi con le sorelle Calagos mentre il resto della barangay stava a guardare. Il momento massimo della fiesta sicuramente è stato quando abbiamo improvvisato un canto italiano: a cappella, condotti dal Benji, abbiamo sfoderato uno Spazzacamino d’autore che non siamo riusciti a finire perché impietositi dalle facce annoiate dei nostri spettatori che chiedevano pietà…
I restanti particolari eviterò di scriverli per non far perdere di tono la serietà della spedizione.
Comunque via si parte, io Matteo e Lando andiamo a cercare ed attrezzare il pozzo da venti che entra in Sulpan vicino alle Tres Marias, in vista dell’immersione di domani con Gigi. Sotto un potente acquazzone l’incredibile Lando riesce a portarci all’ingresso in base alle descrizioni di Matteo che lo aveva visto tre anni fa dall’interno. Attrezziamo tutto fino al collettore: da qui sarà ben più facile tentare la giunzione che non entrare direttamente dall’ingresso principale.
Al ritorno dopo avere letteralmente divorato due cocchi dalla farm di Lando, ci facciamo spiegare dove si trova l’ingresso vicino alla sorgente che in teoria si collega a Sulpan. E’ uno dei due obbiettivi dell’altra squadra ma visto che non è ancora arrivata decidiamo di dare un occhio…
Incredibile! Da un ingresso di tre per quattro, corriamo letteralmente per circa un chilometro alternando larghe gallerie concrezionate, stretti cunicoli spacca gomiti e pozzi che danno sul freatico, fino a giungere al salone dei pipistrelli dell’ingresso principale di Sulpan: l’ennesimo ingresso del complesso si trova a soli cinquanta metri dalla sorgente quasi sul sentiero percorso decine di volte! Anche da sola Sulpan ora arriva a ben 13km, superando Can-Yawa come terza grotta delle Filippine!
Alla fine è stato meglio così, non solo l’altro gruppo non è stato portato a vedere questo ingresso come promesso ma li hanno anche solo portati a ravanare in un buchetto di cinquanta metri che in realtà doveva essere il Secret Passage to Sulpan.
Nel frattempo stiamo ancora aspettando di capire qualcosa riguardo alla possibilità di andare a vedere il traforo a due ore a ovest di Matuguinao: tra confusioni nella toponomastica, conflitti tra la polizia locale, l’esercito, l’NPA, una fantomatica gang che ha derubato un’organizzazione governativa e i Calagos che fortemente ci sconsigliano di andare in questa zona calda, ci sarebbe abbastanza materiale per scrivere un romanzo stile spy-stories. Appena ne capiremo qualcosa vedremo il da farsi.
Domani due squadre: una a rilevare il nuovo ingresso e l’altra a tentare l’immersione per collegare i Sulpan a Male-Ho.
Stefano “Lillo” Panizzon