Mabini 12 aprile 2025
Ora locale ore 20:50
Eccoci anche oggi a inviare qualche notizia…
Questa mattina, dopo aver dormito le solite poche ore per varie cause…. Galletti, zanzare, caldo, il Pota (AhAhAhaaa)che ci invita… a stendere i dati riguardanti i rilievi, la scelta delle foto, le postazioni GPS… si fa la solita “succulenta” colazione a base di riso, uova, sardine secche, kopiko (caffè solubile). Pienamente convinti che sarebbe stata una giornata da Long Dry Cave (Lunga grotta fossile) come promesso dalle guide locali (solitamente sono i cacciatori del posto) fin dal primo giorno.
Magicamente invece, la nostra guida Romolo (con l’aiuto di una ragazzina e della nostra cuoca che fanno da traduttori, con non poche difficoltà di comprensione nostre e tra di loro…) durante la colazione ci segnala un’altra grotta, attiva. Fiume che entra… fiume che esce… non si capisce bene quanto grande e quanto lunga. Tutto abbastanza normale….
Ci organizziamo con i materiali e partiamo. Guido, causa un bell’inizio di influenza, rimane al campo in compagnia del Brufen… Stenderà i rilievi della giornata precedente; del resto bisogna produrre anche in mutua!
Dopo un’ora circa di avvicinamento, con temperature diversamente invernali, sui soliti “bei” sentieri, comodi, asciutti (anche il meteo contribuisce a tenerci umidi durante gli spostamenti…) arriviamo all’ingresso di Borabot Cave.
Il fiume Bugasan, che in quel tratto proviene da un lago sifone poco più a monte ci si infila dentro!
Una ventina di metri dopo c’è un bellissimo ed enorme portale fossile (vecchio percorso del fiume che ha abbandonato, creando un’ansa dove si sviluppa la grotta) dove poco più a valle, grazie ad un ramo interno della grotta scoperto dall’amico sloveno Matiaz perché non convinto di un passaggio in un tratto di galleria sifonante… scopriremo che il Bugasan, esce.
Entriamo, e la grotta si presenta con due gallerie principali, che a loro volta si dividono in più diffluenze, alternando passaggi a nuoto e non, gallerie freatiche (gallerie scavate a pressione) e tratti semi allagati. Lungo i vari e labirintici rami incrociamo più ingressi provenienti dall’alto, dati dagli sprofondamenti della superfice carsica sovrastante (circa una ventina di metri di spessore). Per essere più efficienti ci dividiamo in due squadre: esplorazione, foto e rilievo per entrambe, come se gà sempre sempre fato (Cit.) vista anche la complessità della grotta.
Usciremo dopo un po’ di ore in ammollo, con un km e mezzo di rilievo!!
Riprendiamo la via del ritorno verso il campo a Mabini, ovviamente passando da un altro sentiero diverso da quello di andata. Motivo? Forse un po’ troppo esposto nell’ultimo tratto anche per le guide locali?? Booooh!! Non si sa, ma questo cambio, qui succede spesso, è un po’ così!…
È stato bello, arrivederci Egrazzie!
Claudio
PS. Con i km fatti oggi, in soli due giorni siamo arrivati a 3 km rilevati e a 3.7 km esplorati!!!