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L’ Omber torna a stupire

Sabato, 31 Maggio – Domenica, 1 Giugno 2014

Papà Omber torna a stupire e stavolta lo fa addirittura sul fondo! Enorme l’aspettativa uscita solo 15 giorni prima dal cilindro del mago Mauri, capace di immaginare la via oltre una frana chiusa. Con lui siamo io, Viky, Silvio e Benji con l’obbiettivo di arrampicare il camino alla base del quale si era conclusa la punta precedente dopo ben 200 metri di adrenalina. Lungo le 5 ore di discesa non potremo che sistemare vari armi tra cui il traverso dell’Allegretti in condizioni ormai precarie con moschettoni che, testati in Camp, non sono arrivati ai 200 kg…
Incredibile, sto andando oltre il fondo, oltre quella sala e quell’enorme camino che mi hanno stregato 26 anni fa! Superato il primo angusto pericolante cunicolo dall’ormai ex fondo dell’Omber, eccoci sbucare nel bel salone da 15 m di diametro: noto però che il nostro ramo retroverte ad Est in maniera decisa. Mmm, non è la direzione che speravo ma seguiamo comunque la galleria fino al camino costituito da 2 saltini. Soliti numeri circensi poi riprendiamo a gattonare altri 200 metri fino ad un laminatoio che mi pare addirittura di riconoscere. Bussola alla mano, non è più solo una sensazione quella di trovarci oltre la frana terminale del ramo del Camino ad Elica, avendo cioè quasi completato un lunghissimo anello.
Al ritorno le ginocchia ed i gomiti urlano vendetta. Nel libretto il bottino di geroglifici per oltre 400 metri di rilievo quando l’ennesima intuizione riaccende gli animi: lassù c’è una strettoia ventosa. Stavolta nella direzione giusta. Quella di una grotta incredibile e di un gruppo di persone capace di sognarla…

Matteo “Pota”

Sabato e Domenica, 5-6 Luglio 2014

Ed eccomi qui….pronta per il fondo! Non mi sembra neanche vero che mi sia stato concesso di partecipare a questa uscita dopo praticamente solo un mese di pratica speleo (partendo dalla Rana, due giri in Omber fino a -270, Ruchití e Fierarol di Vesalla – grazie Mauri!)!
Ma il richiamo della grotta è, come dice il Presidente, quella fiammella che senti dentro, che non mi fa dormire la notte prima delle uscite (ma anche dopo!). E’ per me la necessità di toccare ogni spuntone a mani nude, per percepirne ogni scanalatura e fissarmi sulla pelle ogni sensazione…
Ebbene a mezzogiorno siamo pronti per entrare: io, Matteo, Silvio ed Elena Sbri.
E’ anche la prima volta che porto il sacco (piuttosto pesante in realtà)!
Scendiamo serenamente e con calma, la compagnia è ottima e, tra una piccola sosta e l’altra, nel giro di un paio d’ore siamo alla Confluenza, un posto che mi è rimasto nel cuore: la prima volta che vi sono giunta mi ha emozionato vedere quell’acqua così trasparente che quasi non riesci a capirne la vera profondità; ci fermiamo a mangiare qualcosa, abbandoniamo viveri per il ritorno e poi via verso il fondo!
In quello che mi pare pochissimo tempo arriviamo sul p.50, lo scendiamo e restiamo in attesa alla sua base mentre Matteo riarma il traverso che ci permetterà poi di proseguire verso Sala Allegretti. Anche qui resto senza parole: già prima di arrivarvi, dal silenzio irreale della roccia, si percepisce un rombo sempre più forte: lo scroscio di una bellissima cascata che dall’Allegretti scende verso il buio della grotta… Sono felice, mi sento a mio agio e non vorrei essere da nessun altra parte. Sono talmente impaziente di proseguire che, ad ogni piccola pausa, presso tutti per ripartire!
Superiamo i 250 metri spettrali della galleria di Dune che si presenta veramente infangatissima a causa della recente piena, ma apprezzo comunque le sue forme basse e morbide.
Oltre avanziamo decisi e rapidi (per me, ovviamente…) attraverso le chilometriche gallerie di Incubo 1 fino alla seminascosta Botola (che al ritorno non vedrò rischiando di perdermi!) e quindi via su Incubo 2! Bellissimi e tostissimi passaggi diagonali ammazza-schiena e finalmente arriviamo al lago sifone che dà inizio alla forra di Delirio: immagino che nel nome vi sia racchiuso lo stupore dei suoi primi esploratori, visto che il posto è a dir poco fantastico!
Ad ogni passo sono così meravigliata e affascinata dalle formazioni rocciose, lame taglienti e spuntoni che mi si infilano nelle mani lungo una galleria da paura costellata da profonde vasche e soffitti che mi lasciano davvero senza parole! E poi ecco delle voci: c’è qualcuno sul fondo! Troviamo il Mauri, Benji ed il Don che tranquillamente bevono il tè sul fondo dell’Omber.
Ci stavano aspettando per raccontarci le loro ultime imprese esplorative: purtroppo il trapano li ha abbandonati sul più bello, ma la cosa positiva è che il Benji ha comunque oltrepassato la prima strettoia percorrendo altri 35 m di frana fino a fermarsi su un’ulteriore, promettente restringimento.
Scendo con la Sbri fin sul punto più profondo della sala dove naturalmente raccolgo un paio di sassi da portare ai miei figli, trofei che andranno ad aggiungersi a quelli che ho raccolto sul fondo del Fierarol.
Prima di ritornare sui nostri passi con l’obbiettivo di far foto in Delirio, ci fermiamo a mangiare e a bere dell’ottimo té caldo (grande Silvio!) quando sono ormai le 7 e io ho un sorriso ebete stampato sul viso: che conquista ragazzi! Adesso anche per me l’Omber sarà Papà Omber!!!

Chiara

scollamenti lungo Incubo 1

nei pressi dell'inghiottitoio lungo Incubo 1

marmitte nella prima parte di Delirio

parte iniziale di Delirio

il laghetto più grande

Chiara e Silvio in versione Titanic sull'Arca di Noè

lungo la forra

controluce

appesi al recente traverso che evita di attraversare il lago più lungo

ansa con pozza

sezione di forra nella parte centrale di Delirio

ponte di roccia nei pressi del Camino Bianco

tratto fossile di Delirio

l'enorme frana della sala Totanka Yotanka, fondo dell'Omber


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