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La puntarina è bella

Il trio di Manila

Ormai questo è l’ultimo giorno a Manila, l’ultimo nelle Filippine per me, Guido e Lillo. Mi stranisce tornare prima degli altri che sono ora a Barruz; ma non potevo non accompagnare il mio papà a Biella all’adunata dei suoi Alpini e così il mio rientro è anticipato perché giusto così. Domani io e Guido abbiamo il volo, alle 6.30 del mattino ora locale, da Manila a Pechino, con le temute infinite ore di scalo a Pechino (ho già il tour operator inserito per il povero Lolo/Nonno) e poi alle 01.30 (ora di Pechino) il volo per Milano. Lillo, invece, per impegni lavorativi partirà domani in serata.

Scrivo fuori dal Lucky Chinatown, dove, insieme al nipote di Guido (che si chiama esattamente come lui) e sua moglie Jennelyn (di nazionalità filippina), abbiamo mangiato da “Manam – comfort filipino”… un pranzo incredibile, con piatti tipici fatti con ricette che se riuscissi a replicare in Italia sarei una persona felicissima e soprattutto scoperti solo grazie a loro che vivono qui in Filippine – con Lolo Guido e Lillo senza parole, perché dopo tutti i loro anni nelle Filippine finalmente han capito dove andare a mangiare…

Dopo una mattinata a cercare regali per parenti e amici e un pranzo così, inizio a sentire un po’ la stanchezza di tutti questi giorni di foresta e grotta, allo stesso tempo però è stato strano e bello regalarmi un giorno di quasi relax a Tacloban e uno simile a Manila. Due anni fa, gli unici momenti di vero riposo erano stati quelli obbligatori dati dalla febbre e il viaggio di 20 ore in pullman.

Riprendo il discorso dalla hall del nostro hotel…. Perché dopo aver salutato Guido (nipote) con Jennelyn e Lillo, che doveva avvicinarsi al luogo di lavoro, io ho avuto la brillante idea di suggerire a Guido di andare al centro commerciale perché volevo trovare altre cose da prendere in regalo e ci siam fissati che volevamo comperare il Tanduay… mai scelta fu più catartica. Per trovare il rum filippino che dicevamo noi ci siamo ritrovati a camminare per un’ora in giro per Manila, senza sapere dove andare ma fermandoci in ogni bottega… alla fine siamo riusciti a trovarlo, scoprendo anche tanti scorci interessanti della città.

Ora sto agognando solo il momento in cui saremo sull’aereo… perché conoscendomi so già che dormirò forse solo una volta salita.

Voglio aggiungere ancora qualche parola su questa spedizione, sebbene la vera riflessione sui km esplorati e rilevati ha bisogno di tempo per poter essere maturata e quindi di questo non parlerò. Voglio ringraziare i miei compagni di avventura che hanno cercato più e più volte di scalfire il mio “no, quest’anno non vengo in Filippine” e a suon “dai dai, che ti farà bene” son riusciti a farmi decidere letteralmente all’ultimo minuto di partire perché la scelta è dipesa proprio da un “o compriamo il biglietto ora o non parti”. Li ringrazio per tutte le volte in cui mi hanno visto con gli occhi pensierosi e persi e son stati lì presenti per me, sapendo che più faticavo e più facevo, più potevo star meglio. Li ringrazio per tutte le volte che ci siamo dati il cambio nell’essere i primi ad esplorare, per tutte le cantate insieme, per la routine nel campo in foresta (ore 18 cena, ore 18.30 distrazione sulla mantide di Pati River Camp, ore 19.00 caffettino e “Peppa dai metti su un po’ di musica, ti prego..”, fino a puntare alle 20 e se si riusciva alle 21 per il Mango time), per tutte le salite a suon di “la puntarina è bella, la puntarina è fresca”… anche se poi al ritorno dalla foresta, sulla vera puntarina né io né Matteo facevamo gli splendidi a cantare. Ognuno di loro, con le loro caratteristiche, sono amici preziosi e cari, soprattutto in questo momento della mia vita così incasinato.

Poi volevo dire un IMMENSO grazie ai soci del GGB perché c’è chi si è fatto in quattro per pubblicare articoli e foto, chi prima di partire ha organizzato una festa per festeggiare dei compleanni e la nostra partenza, chi è passato il lunedì a salutare prima che partissimo. Insomma grazie ragazzi per essere amici, per saper condividere i momenti belli e brutti e perché senza di voi, tutto questo sarebbe decisamente meno magico.

Teresa/Peppa

l’ultima foto tutti insieme a Mabini con Romolo (la nostra guida) e Ligaya (la nostra cuoca/mamma)

l’aperitivo sul mare con annesso arcobaleno a Tacloban

verso l’aeroporto di Tacloban su una delle famose jeepney filippine

si intravede il famoso ponte di San Juanico che collega l’isola di Leyte (dove c’è la città di Tacloban) all’isola di Samar

l’ultima cena da Ocho… dove nessuno ha toccato il riso bianco, ma la scorpacciata di pesci ci ha riempito lo stomaco

finalmente a Manila con i suoi dettagli più caratteristici e contrastanti: la jeepney, i cavi elettrici in perfetto stile filippino e i nuovi immensi grattacieli

l’ultimo pranzo tutto insieme da Manan (andate in questo posto a mangiare, tutto troppo buono!)

angoli scoperti nel peregrinare mio e di Guido alla ricerca del Tanduay

altri angoli, che per un momento ci hanno fatto pensare di essere di nuovo in un villaggio e non più nella grande città di Manila

una delle ormai poche jeepney ancora dipinte

gli sconvolti dal tour de force a piedi, Guido ha affermato che le puntarine in foresta erano uguali al giro che gli ho fatto fare 😅 tranquilli: poi la sera l’ho portato a bersi l’ultima birra in città


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