Sabato 16 Luglio 2011
Lo sguardo da Sella Canin verso Col delle Erbe; qualche raggio di Sole filtra tra le nubi grigie ancora cariche d’acqua appena scaricata sopra noi; l’aria è fresca e immobile e c’è silenzio… c’è talmente silenzio da farti fischiar le orecchie, un silenzio che ti dice <> eppure ti senti osservato.
Ben me la vedo l’immagine fatta a uomo barbuto del Canin scrutare serio l’avanzare,verso il suo cuore, di uno dei tantissimi gruppetti di speleologi: io e tre amici della Commissione Grotte Eugenio Boegan: Gino (Federico DePonte), Totò (Paolo deCurtis) e Ricky (Riccardo Corazzi).
1 = è l’obbiettivo: esplorare!
2 = sono i gradi presenti in grotta
3 = è l’orario d’ingresso nel pomeriggio
Nell’ultima mia volta in questa grotta le esplorazioni erano ferme a circa quota -150. Ora si tratta di scendere un breve pozzo parallelo del mivienedapiangere (P70); percorrere un bel e comodo meandro che ti permette di by-passare la frana alla base di questo pozzo; altri due salti con parecchio stillicidio e ci si ritrova in testa alla verticale da esplorare.
Gino arma un altro P70 e ci aspetta alla base, dove gli ambienti diventano molto grandi. Si scende ancora per altri pozzetti; un breve meandro si apre sotto frana con un bel venticello e poi l’ennesimo pozzo, molto largo.
Alla base l’aria sale dal fondo franoso e pare proprio non esserci il passaggio, ma dall’alto si intravedono percorsi alternativi che si spera by-passino il solito accumulo di detriti.
Siamo a quota 1450…la stessa del livello dei freatici del Gortani.
330 = attuale dislivello dall’ingresso al fondo.
215 = le imprecazioni totali causate da ogni passaggio lento sotto stillicidio.
100 = i metri esplorati aggiunti in verticale.
Al bivacco, alle prime luci dell’alba, ci meritiamo una bella cenetta; poi, l’indomani, il ritorno verso la funivia tra stambecchi e campi solcati; un carsismo cosi’ esasperato che,in alcuni punti, si ha persino difficolta’ a trovare terreno calpestabile!
Vicky