Sulla vetta del Pachnes
Ieri per i nostri amici esploratori è stata una giornata assolutamente campale, pienissima ed è successo di tutto. Tanto per iniziare dal campo base alle zone di lavoro ci sono volute ben cinque ore di cammino. Per fortuna i quattro hanno saggiamente deciso di non allestire subito il campo avanzato, valutando in primis le potenzialità della zona. La strategia si è rivelata azzeccata: chiude tutto a -25/-30 metri.
Nella stessa giornata di ieri hanno battuto anche l’area di Zarano-Kefàla, nel sud del Pachnes: zona interessante da calcare nero e lame taglienti ma con molti pozzi già sgnati e “spittatti” (già visitati quindi) e, in ogni caso, tutti poco profondi: massimo -70/-80m. Finito di perlustrare le cavità non segnate, dopo 12 ore ed in piena notte, la squadra è rientrata al campo base da dove, in auto, si è deciso di scendere a valle per la notte.
Oggi sono a Chania cercando di recuperare le forze, quindi si sporterannoverso le gole di Samaria (nord/ovest del Pachnes), in una zona completamente speleologicamente inesplorata.
La zona del Pachnes è bellissima: ci sono spettacolari piramidi di sabbia, doline gigantesche del diametro di 100m e profonde 70m. Alcuni pozzi si inabissano minacciosi per poi chiudere a profondità scarse. I tramonti sono magici e riflettono il loro colore su queste meravigliose rocce giallastre.
Le condizioni metereologiche con le quali i nostri devono confrontarsi sono tipiche del basso mediterraneo: a monte (2200 metri) durante il giorno ci sono 25-27°, mentre la notte si scende a 5-10°C (si dorme bene con il sacco di piumino). C’è un vento fortissimo tipico di un isola mediterranea), il cielo è terso, blu cobalto e di nuvole non se ne vedono. Il tutto, ovviamnete circondato dal mare… è uno spettacolo fantastico, veramente unico!
I contatti con gli speleo cretesi sono difficili, per fortuna c’è Kostas, angelo custode dal continente greco, che ci da una grossa mano risolvendoci ogni problema.
Per concludere un aneddoto : Andrea (l’Anello) è stato assalito da un corvo mentre era appeso in corda lungo un pozzo, probabilemente il volatile aveva il nido li da qualche parte e non gradiva intrusi a casa sua. Dopo un violento combattimento l’Anellide ha avuto la meglio ed il nero pennuto ha gettato la spugna.
Tra calcare bianco e nero a ZaranoKefàla