In volo tra Manila e Amsterdam, martedì 28 Aprile ore 22:00 (h 14:00 italiane), cioè dodicesima ora di volo di 14…
Bene ragazzi, possiamo dire di avercela fatta. Un’altra faticaccia da incorniciare! La spedizione? La foresta? I vari km di rilievo a nuoto? Certamente sì, anche se – giusto alla fine – l’impresa più importante è stata ancora una volta passare il ceck-in… Stamattina, ad un mucchio di sacchi a pelo marci abbandonati davanti al bancone, è seguita una patetica ridistribuzione dei pesi che, mute e maglie indosso con tutto appeso come alberi di natale, ci ha permesso di evitare l’esorbitante extracarico che avremmo dovuto pagare. Eppure bastava facessero la somma tra stiva e cabina: no, troppo difficile… Forse fanno le pulci ai viaggiatori per permettere di viaggiare alla loro hostess “Platinette”, una nonna di 60 anni con 120 chili di stazza! Mai vista una roba più ingombrante e orrenda tra il personale viaggiante! Per non parlare del cibo, tutto carterizzato da un packaging da tripudio di plastica e cartone ma dalla sostanza veramente penosa. Una cosa è certa: mai più KLM!
Carissimi, vi abbiamo lasciato alla festa di sabato sera a casa di Bebet: una cena superba a base di ottime specialità filippine evidentemente più ricche del riso e pesci secchi a cui eravamo abituati. Dal pollo al curry al tonno allo zenzero, dagli spiedini piccanti ai pancit bihon (i finissimi spaghetti di riso con verdure) innaffiata di litri (troppi) di San Miguel. Buonissima ma soprattutto bellissima, un momento magico per salutare e ringraziare il padrone di casa, un personaggio unico che prima ci ha permesso di sbrigare delle complicate formalità e che di fatto è sempre stato con noi anche ai campi in foresta. A lui davvero il successo della spedizione.
Come fois gras domenica 26 a Tacloban altro appuntamento godereccio con il sindaco di Calbiga che ha offerto un pranzo pantagruelico agli esploratori intervistati da un enorme giornalista del Daily Inquirer, la testata più importante delle Filippine. L’interesse è per il nuovo complesso con 6 km di ramificazioni proprio a due passi dalla cittadina, una scoperta sensazionale ma soprattutto un’altra opportunità che affiancherebbe la celeberrima grotta di Langun-Gobingob nello sviluppo eco-turistico dell’area.
All’aereoporto alle ore 15:00 incontriamo anche Jean Paul e Alain lucidi e abbronzati da 3 giorni di riposo assoluto. La gamba di JP pare in netto miglioramento anche se in ospedale non hanno saputo spiegare la causa. Abbracci e strette di mano: riconsegnamo il simpaticissimo e ormai italianizzato Tristan poi via con due compagnie diverse per due rientri diversi: loro sparati a Nizza, noi con due notti da spendere nella caotica Manila.
Continuando la dieta dell’ingrasso a Manila finiamo a casa Orlanes, una simpaticissima famiglia benestante originaria di Calbiga: il taxi gira per ore sotto un acquazzone da naufragio poi arriviamo a destinazione a Quezon City. Ovviamente ospiti d’onore, passiamo la serata tra vassoi di spaghetti scotti e immagini della spedizione prima di cadere emozionati nel primo materasso da un mese a questa parte.
Ieri, lunedì, scesi in metro Manila, pomeriggio dedicato ai doverosi souvenir pro-parenti poi la solita nottata al LA Cafè, l’ultimo dei girly bar: purtroppo ho finito la batteria del portatile e di quello che è successo non riuscirò a raccontarvi niente…
Ah, giusto un attimo. Provo a descrivervi la scena attorno a me: Lorenzo che mi scavalca ogni 30 minuti per controllare in bagno la consistenza dei suoi prodotti, Frizzi preoccupante impasticcato dorme da 8 ore, Guido modello pack-man è avvolto dalla copertina blu come un cadavere dal telo salma. A me invece il record negativo di 6 film completi e in lingua originale senza battere ciglio…
A presto un resoconto dettagliato su questa grande avventura.
Grazie a tutti, Pota.
Aeroporto di Tacloban
Baracche su uno dei canali malsani di Manila
Bimbi giocano in Adriatico St. a Manila
Bivacco in Adriatico St. a Manila
La bella corista
L. A. Cafè
Traffico di Manila
Trasporto suini a Tacloban