Calbiga martedì 21 aprile ore 21:47
Dopo un giorno di meritato riposo per la giunzione, rieccoci al lavoro su vari fronti: ieri bello sforzo della coppia Gigi e Simon che, accompagnati da Rok, Claudio, Pirlo, Benji, Daryl e 8 porters, sono tornati oltre i 2 sifoni del fondo del complesso intenzionati a forzarne il terzo. Simon, dopo varie gimkane in ambienti in cui orientarsi non è facile, è sceso a -25 m tirando 100 m di filo fino ad una sorta di cul de sac. Quando lo ha raggiunto Gigi hanno poi individuato una probabile prosecuzione ma pare che questa punti ancora più in basso… Torneranno, ci hanno giurato!
Mentre il bravo Daryl scattava alcune foto lungo il ramo a valle, Benji assicurato da Claudio ha tentato di raggiungere un invitante terrazzo in arrampicata: 5 stalagmiti, uno spit sul verticale poi un’uscita a gradoni ma su frana fangosa che lo blocca a pochi metri. Sufficienti a beccarsi del codardo per i due giorni a seguire…
Nello stesso momento la squadra di Guido, Davide, Lillo e Carla stava rovistando nel caotico quanto bollente ramo fossile che diparte dalla ciclopica Sala Panayuran (misurante ben 280 m x 140!) fino agli ingressi: cercavano eventuali prosecuzioni soprattutto in direzione di Bito Maangit (cavità che pare un segmento dello stesso Langun-Gobingob) ma nulla. A parte un saliscendi pazzesco con concrezioni che bloccano qualsiasi velleità esplorativa. Qualche scatto di consolazione poi fuori sotto la volta stellata di Gobingob a ritrovarsi con la squadra sifoni.
Oggi invece io, Claudio e Pirlo abbiamo abboccato alla solita segnalazione di un amico di Lando camminando per 4 ore tra andata e ritorno: qualche dubbio già a 50 m dall’ingresso di Se-uy Cave quando la nostra guida, mostrandoci dei bellissimi nidi di rondine, ha sbancato un paio di metri cubi di ghiaia per passare… Poi la raccomandazione di tenere ben saldi gli zaini perché saremmo finiti nella corrente! Beh, il fiume impetuoso che abbiamo raggiunto strisciando penosamente come ibingam (o cobra delle Filippine), si è rivelato un attivo da soli 10 litri/sec che scorre in una bella galleria fino a 5 m x 5 piuttosto che 10 m x 3 con gours calcitiche a pavimento e sifoni all’estremità. Alla fine quasi 300 metri di rilievo diciamo guadagnati… Come del resto le noci di cocco e l’ananas che avremmo prosciugato tra sentiero e la casa-baracca di Lando.
Lungo la valle piatta dell’avvicinamento notati vari pozzetti: il più interessante stimato intorno ai 40 m non è stato sceso perché in possesso di una corda lunga la metà… Sorpresa invece proprio al guado del fiume Palaspas dove entriamo in una risorgiva per circa 60 metri allagati fino ad un sifone.
Oggi è stata una giornata particolare soprattutto per il fatto che una squadra con Guido, Davide, Lillo, Mauri, Daryl e Carla, salutando gli amici sloveni che purtroppo rientreranno tra qualche giorno, sono definitivamente partiti per Barruz e Matuguinao persi a varie ore da qui nel pieno nord- ovest di Samar, secondo spot target della nostra spedizione. Il loro compito delicato sarà trattare con i locali per i permessi di accesso al grande traforo notato sulle carte topografiche. Noi (io, Gigi, Benji, Pirlo e Claudio) li raggiungeremo con nei prossimi giorni terminato il programma Calbiga. Inutile dirvi che non vediamo l’ora sia di entrare in quel mostro di traforo, sia di tentare l’incredibile giunzione Sulpan-Male-Ho che da sola varrebbe almeno 23 km…
Mmmm, bello bello bello, come diceva il nostro grande compagno Giacomo Zac Rossetti…
A presto, un abbraccio a tutti
Matteo Pota Rivadossi
La spedizione SAMAR 2015 ringrazia i partner tecnici CAMP, MONTURA, ALP DESIGN e AMPHIBIOUS
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