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Samar 2009 Partitito il primo gruppo!

Lunedì 30 marzo, Aereoporto di Malpensa: partono Matteo, Guido e Lillo


Manabo Lodge

Dopo una trentina di partenze speleologiche pensavo di aver una buona esperienza nel gestire il problema annoso dell’extracarico. A cominciare dall’inviduazione da fisognomica dell’addetta più bonaria fino ai soliti piedini antigravità infilati sotto la bilancia: nulla alle sei di mattina avrebbe mai fatto pensare al peggio davanti ad un vicolo cieco. “Signori 25 kg in più sono 750 euro” come battuta già suona male ma detta con acidità la cosa diventa un problema. A nulla valgono le scenate ai diversi uffici cercando di spiegare che gran parte del peso era dovuta a materiale da beneficenza. Soprattutto vestitini per bambini e medicinali.
Nulla capace di commuovere l’inflessibile politica KLM: “Sono le nuove direttive, Signori”, la frase fatta in bocca ai vari inservienti dall’antipatica imperturbabilità.
Optiamo allora per l’azione dimostrativa: visto che dobbiamo rispedire qualcosa a casa per forza, disfiamo i sacconi tappezzando il corridoio di magliettine e medicinali. Ovviamente qualcuno mette anche un bel cartello sputtanatorio del tipo “Vola KLM e lascia morire un bambino”.
Anche questo non intenerisce nessuno, a parte i curiosi passanti. Due babbione tedesche chiedono addirittura i prezzi…
Riempiamo un bidone fino all’orlo e poi schizzo di corsa all’ufficio postale che aprirà solo alle 8 e 30, cioè a 40 minuti dal volo! Li, in coda, non immaginavo certo di conoscere il deux ex machina della situazione. Un incuriosito personaggio dall’aria simpatica che mi riaccompagna al check-in e con un paio di telefonate fa digerire almeno 15 kg del nostro extracarico alla stronza del bancone come fosse una buona purga.
“Non ringraziate me ma KLM e la prossima volta ricordatevi di chiedere il servizio al momento della prenotazione”: ok Stefano Z., ma per adesso rigraziamo solo te…
Poi passiamo i controlli, tutti con indosso almeno 4 maglie e due pantaloni, con macchine fotografiche e portatili come ciondoli e un chilo di barrette energetiche per tasca. Il laccio del cappello da esploratore farcito di vestiti mi sta segando il collo.
“Come alberi di natale, questa non mi era mai capitata”, ripete Guido ormai in disidratazione.


La mitica Jeepney

Finalmente in Filippine!
Manabo Lodge, Tacloban, 1 Aprile 2009 ore 4:00
Vi scrivo dalla camera 17 consapevole che il numero fatidico non potrebbe peggiorare per lo meno il livello di claustrofobia di questo loculo 3 x 3 alla fine quasi pulito ed ordinato. La mia proverbiale insonnia è scusata stanotte da un ventilatore che romba come un bimotore mescolando un caldo appiccicoso all’ immancabile odore di muffa. Lo schermo del portatile ritaglia la sagoma di Guido stile gatto morto avvolta da una madida di sudore. Proprio qui fuori, nel piccolo dehors in bamboo, ieri sera ci siamo incontrati con Jean Paul, Alain e Tristan che sono partiti da Nizza il 29, cioè un giorno prima di noi. I convenevoli non potevano essere che speleologici con pacche pesanti, turpiloquio bilingue e svariate San Miguel…
Sono le carte topografiche poi ad aver preso la parola: gli occhi dei presenti erano tutti per le grosse perdite che nel sovrapporre il lucido si sono animate con nomi ed obbiettivi. Sogni di vuoti. Ci risiamo, siamo di nuovo qui.

Matteo [detto Pota]


Zamora St. Tacloban

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