Finalmente risolti i problemi tecnici nella connessione dati; eccovi tutte le news degli ultimi giorni
Casa Calagos, Barruz, giovedì 6 aprile 2017 ore 0:06 locali
Con il post precedente vi ho lasciato a Catbalogan in partenza per Barruz. Solo un’ora e mezza secondo Joni, 2 ore solo per arrivare a Gandara poi 3 ore di fuoristrada per la cronaca! Immaginatevi la faccia dei due autisti dei van Toyota gonfi all’inverosimile alle prese con un Camel Trophy da paura. Coppe che sbattono, mezzi intraversati in fangaie di chilometri ed il villaggio che non arriva mai! A Barruz si conclude il nostro terzo giorno di viaggio. Ormai è notte mentre scarichiamo tutto sotto una leggera pioggerellina. Uno dei due driver è a ragione arrabbiatissimo ben sapendo che dovrà farsi altre 6 ore fino a Tacloban! Elena Calagos, tornata Gandara con loro ci riferirà che il ritorno si è poi effettivamente trasformato in una impantanata bestiale con dieci persone che all’una di notte sono riuscite finalmente a liberarli!
Oggi finalmente la prima giornata di attività alle prese con un compressore bastardissimo che non partiva mai ed un gruppo che è partito per una segnalazione. Poi disperazione mista ad intuizione fanno il miracolo: bastava aggiungere olio per ché non entrasse in blocco! Praticamente peggio di una bionda che si ferma con un suv non immaginando di dovergli fare benzina…
Oggi pomeriggio, increduli, abbiamo ricevuto la visita della polizia con tanto di lampeggianti trascinando una delegazione comunale da Matuguinao con giornalista al seguito! Domani il diplomatico Guido, dopo i permessi del DENR avuti oggi, dovrà bissare con loro, preoccupati più della burocrazia pensandoci dei businessman in cerca di guadagni che per la nostra sicurezza: surreale!
A cena arriva anche Guido che a Gandara con Marcel Paul ha parlato diciamo con un personaggio molto informato sulle tensioni in foresta: per nostra gioia ci anticipa che il traforone visto in carta nella zona di Libertad si può fare!
Ora qui, tra superstiti al rum Tanduay ed esauriti, è tutto pronto per l’immersione in Male-Ho: Tre sacchi pesanti che dovranno comunque galleggiare. Basta che la smetta di piovere poi tutto sarà affidato a Simon. Incrociamo le dita, dai!
Matteo
Ieri sera si decide di alzarsi alle ore 7.00. Abbiamo fatto il conto senza l’oste, in effetti alle cinque di mattina tra il canto dei galletti e le moto dei locali siamo costretti, contro la nostra volontà, ad alzarsi e con un po’ di porchi D… a prepararsi dopo la solita colazione a base di riso.
Mentre Matteo, Simon e Marjan si occupano di far funzionare il compressore noi, io con Lillo, Antonio, Davide, Katarina e Matjaz ci incamminiamo accompagnati dalla guida locale e quattro ragazzini del posto verso un ingresso nuovo, come ci viene confermato più volte, vicino alla grotta Secret Passage rilevata nel 2015. Ci pervade subito nella mente il dubbio che sia il secondo ingresso della stessa grotta e in effetti appena ci addentriamo per pochi metri, il ricordo della piccola galleria ci conferma quanto da noi dubitato.
Dato che ci siamo andiamo a rivisitarla fino in Sulpan Cave e ci inoltriamo per le grandi gallerie di quest’ultima. All’uscita la guida ci conduce ad un pozzetto che risulta essere un inghiottitoio, scesi in libera per circa quindici metri ci si trova fermi su un meandrino molto stretto.
All’uscita il locale ci porta a un secondo pozzo anch’esso un ingiottitoio; verificato con il gps che non sia già stato visto negli anni precedenti, Matjaz scende a vedere. Poco dopo riemerge dal pozzo e ci informa che prosegue con un meandro stretto, ma transitabile.
Si rientra e dopo esserci fermati a prendere le coordinate gps dell’ingresso principale della Secret Passage ci fermiamo alla sorgente del Barruz River a fare il classico bagno rinfrescante.
Mauri
Venerdì 7 aprile
Anche sta’ mattina, ormai svegli da ore a causa dell’assordante concerto delle decine di galli sparsi per il villaggio siamo pronti per partire verso Male-ho, cosa favorevole per le 2 ore di avvicinamento che già di prima mattina si dimostrano particolarmente accaldate e afose.
Come già è giunta notizia l’obbiettivo è la giunzione tra Sulpan Cave e Male-ho. Aiutati da 3 porter che carichi come i muli ci aiutano a trasportare le attrezzature sub sino all’ingresso, ci carichiamo i gravosi carichi per percorrere i 3.5 km che ci collegano al sifone di fondo dove Simon continuerà il lavoro lasciato da Gigi nel 2015.
L’ostinazione e la tenacia di Simon , dimostrata nel rientrare per ben 4 volte nel sifone, fanno si che dopo circa 3 ore d’immersione risulta inconfutabile che la giunzione è nelle nostre tasche, dato confermato dalla topografia e dalle descrizioni degli ambienti aerei che risultano combaciare a quelli che Gigi ha raggiunto da Sulpan Cave due anni prima.
Che dire…….. 25 km di complesso che otre ad essere, per ora, la più estesa cavità di Samar diventa, sempre per ora, la seconda grotta più estesa delle Filippine e l’inevitabile coronazione di un sogno costato non pochi sacrifici….
Col cuore gonfio di gioia, chiassosamente non resta che tornare al villaggio dove festeggiare sino alla commozione con abbondante birra ….
Davide
Sabato 8 aprile
Oggi la giornata è dedicata al riposo post festeggiamento con riordino e preparazione del materiale.
La giunzione al primo colpo è proprio stata una bella sorpresa che ci permette ora di affrontare il resto della spedizione concentrandosi sui prossimi obbiettivi imminenti, che sono: l’ultimazione dell’esplorazione di Male-ho dove restano da affrontare delle risalite e altre immersioni per sviscerare sempre di più i segreti di questo piccolo mondo sotterraneo.
Da notare che la tecnologia continua a non aiutarci infatti come tutte le sere Matteo e Mauri perdono ore nel tentativo del collegamento satellitare (che tuttora si ostina a non funzionare) al fine di comunicare al mondo le nostre scoperte.
Davide
Domenica 9 aprile
La scelta di oggi è stata di suddividerci in tre gruppi:
Il primo composto da Davide, Mauri, Antonio, Marjan che da bravi porter accompagneranno Simon ad affrontare il sifone sul collettore di arrivo di Male-ho al fine di proseguire le esplorazione subacquee verso monte.
Il secondo gruppo composto da Matteo, Lillo, Matjaz e Katarina affronteranno invece delle risalite verso il fondo di Male-ho dove si prospettano probabili grandi ambienti fossili più in alto.
Il terzo gruppo composto dall’anarchico Guido accompagnato dalla famiglia Calagos invece andrà verso Matuguinao per completare il rilievo di un troncone di una grande galleria fossile lunga circa 400 m rimasto incompiuto tempo fa.
L’immersione di Simom si rivela propizia esplorando circa 300 m di nuove gallerie sommerse alternate da un paio di ambienti aerei, uno di modeste dimensione mentre il secondo degno di nota (uno stanzone di circa 50 m x 20 m) e continuando poi verso monte sino ad esaurimento della sagola.
All’uscita risulta inattesa la sosta forzata di 8 ore aspettando il gruppo che è andato verso il fondo a fare le risalite, costringendosi addirittura ad accendere un fuoco per non “bremare” dal freddo in Filippine !! Chissa cosa stanno combinando …….
Davide
“…Ti ho mai fatto fare una cazzata?…”
Mai questa “simpatica” domanda, sentita più volte, fu più azzeccata per descrivere la seconda arrampicata fatta nel salone dopo l’ultimo lago verso il fondo di Male-ho…
Dopo una prima facile arrampicata di un rametto attivo che aimè chiude, l’amico bresciano decide di tentare una quanto mai improbabile risalita nel salone per tentare di raggiungere una finestra a circa 30 metri di altezza. Dopo circa 15 metri viscidi dove chiunque avrebbe abusato del trapano, con un solo spit, qualche clessidra forata e qualche passo incerto, Matteo entra in una nicchia fangosa e mi grida di salire.
Lo raggiungo e subito non mi trattengo nel dirgli in che bel posto di merda ci troviamo: una fangosissima nicchietta dove ci stiamo a malapena. Ma il bello deve ancora arrivare: “ fammi sicura mi dice” mentre esce dalla parte alta di questo infimo buchetto facendo un numero da circo con un chiodo piantato in maniera improbabile. L’acrobazia riesce ed in breve risale fino a finire la corda. Lo raggiungo e completo io gli ultimi 15 facili metri: cazzo c’è una galleria!
Mettiamo la corda fissa e salgono anche Katarina e Matjaz. Parte in esplorazione l’amica slovena ma purtroppo dopo alcune decine di metri ci arrestiamo davanti ad una colata che praticamente ha chiuso il passaggio: non ditelo a nessuno perché siamo in Filippine e certe cose non erano mai state contemplate, ma lei prende il mano il martello e si mette ad allargare un angusto passaggio! Entusiasmo giovanile penso io, e lei giù, insiste finché passa: go, beautiful! Tra un’imprecazione e l’altra passano tutti tranne me che neanche ci provo: la mia siluette non me lo permette. Altri duecento concrezionatissimi metri e si arrestano di fronte ad un altro restringimento: game-over, aria zero, lo lasciamo ai posteri.
Rileviamo il tutto e torniamo giù che è tardissimo e gli altri saranno preoccupati. Via di corsa verso l’uscita dove li troviamo davanti al fuoco oramai in pensiero.
Lillo