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Samar: report finale

Casa Calagos, Barruz, 30 aprile 2017 ore 3:59 (20:59 italiane)

Approfitto di questa notte tranquilla, delle ultime ore in questa capanna che da 25 giorni è stata molto di più di un accogliente campo base.
Alle 7 con un nodo alla gola lasceremo Barruz direzione Catbalogan iniziando lunedì in bus il lungo viaggio di rientro verso Manila. Verso la quotidianità italiana ma soprattutto verso gli affetti che ora cominciano a mancare troppo.
Quello che è successo qui negli ultimi giorni ha segnato profondamente la nostra esperienza di speleo pur navigati. Un susseguirsi di colpi di scena, di emozioni che potrebbero riempire un appassionante film. La giunzione ci ha insegnato a vivere di sogni già dall’inizio ma nessuno si sarebbe mai immaginato di chiudere con 32km!
Giovedì sapevamo che era l’ultima punta: piedi devastati, scarpe ormai gomme da masticare, tempo ormai in scadenza ma soprattutto pochi i punti interrogativi rimasti.
In qualità di motivatore visionario, più che di direttore lavori, a me la scelta del ramo giusto da ribaltare: iniziamo con l’arrampicata di una bella cascata lungo le remote gallerie verso il secondo collettore. 20m di elegante libera con le Salomon da corsa su strada, 70m di bella galleria poi nuovo ingresso!
Bellissimo ma è già tempo di rifare gli zaini e buttarsi nel tetro lago verso il secondo collettore. Attrezziamo i tre pozzi, l’ultimo di soli 6m ma nel vuoto e nel rombo di un’ansa da 20m di larghezza. E’ sempre tanta roba, penso.
Pochi metri a monte nel lago fin o alla pancia e spunta la prima diramazione: è questa da dove salta fuori? 100m che proseguono, boh…
Ancora lungo il collettore e 30m dopo, sempre sulla destra un’altra galleria: ma è uno scherzo o nel 2012 eravamo tanto ubriachi di adrenalina da non vedere una mazza? Davide verifica che oltre ad essere un bel by-pass della galleria principale, il ramo parte deciso per i cavoli suoi. Ottimo, anche questo lo rileveremo al ritorno.
Più avanti sul collettore anche un piccolo affluente pare essere molto promettente! Arriviamo nella zona dell’estremo a monte, del sifone principale e della cascata terminale. Il luogo più remoto di Sulpan per cacciarci in orribili laminatoi allagati e rischiare arrampicando viscidi camini. E’ davvero tardi: alla seconda salita, fatta contro la mia coscienza, mi chiedo che senso ha alzarsi 30-40 metri su questi fanghi ripidi con le scarpe da ginnastica…
Il ritorno coincide con ore passate a ravanare e rilevare in ogni diramazione. Davide e Matjaz vengono dati per dispersi almeno un paio di volte. Io, Mauri e Lillo riusciamo pure a fare qualche scatto e qualche ripresa sapendo che qui non torneremo più. E pensarlo mi commuove.
Arrivati in 3 alla cordina che ci porterà verso il lontanissimo ingresso, mi capita qualcosa di assolutamente pazzesco. Mi alzo e parto verso valle senza sapere perché. Non ho alcuna intenzione di verificare alcunché ma parto. Potrei ripetere a me stesso che voglio gustarmi la doppia ansa successiva ma mentirei. Dopo 50m mi ritrovo in spaccata nel rumore assordante del pozzetto che inghiotte l’attivo. Troppo frettolosamente dato per sifonante nel 2012 visto che oltre una curva l’attivo fa ancora un saltino. Certo che se avesse la portata di allora non sarei così sereno. E così, approfittando della secca, mi perdo per almeno 300 m fino al sifone vero e proprio. Belle gallerie ma continuo a pensare al fatto inquietante di esserne stato chiamato.
Anche Lillo e Mauri da cui son tornato per ripartire non possono non notare la stranezza della cosa. I migliori esorcisti, contattati via satellitare, stanno già indagando su questo sospetto caso di sonnambulismo satanico-esplorativo…
Alle 22:30 finalmente ricompattati partiamo disarmando. Di corsa per chilometri di gallerie che ormai conosciamo a memoria. Matjaz annulla però la nostra prestazione decidendo di perdersi praticamente sotto la china d’ingresso! Niente di ridicolo perché dopo 20 minuti tocca a Davide rientrare davvero urlando fino a trovarlo senza luce: il fatto che però sia tornato all’interno di Sulpan ci basta per definirlo “il diversamente speleo”…
Arriviamo a Barruz a mezzanotte precisa. Ci aspettano Guido, Katarina ed Antonio, le Calagos sisters e soprattutto una tavola apparecchiata.
La tranquilla mattinata di venerdì non sembra presagire il coronamento tachicardico di questa spedizione: colazione riso e uova tanto per cambiare, sistemiamo i materiali, Mauri e Davide inseriscono dati a manetta. Man mano che i foglietti ancora umidi vengono impilati, loro diventano sempre più silenziosi. Ma dove va a finire quel ramo? E l’attivo? Non mi cagano… Poi un sorriso mefistofelico anticipa qualcosa di speciale: con la punta di ieri non abbiamo rilevato 1200m ma bensì un km in più!
Si, è tutto vero: allora fanno 32.100 metri! Abbiamo raggiunto e superato, seppur di pochissimo, il St. Paul Underground River, la grotta più lunga delle Filippine! No Guido, non serve che entri con il piccone e la lanterna da sette nani, come ci stavamo dicendo con un bicchiere di birra in mano.
La chicca del record è per noi simbolica ma per anche per questo difficile non credere fosse tutto scritto. Difficile non pensare che il film finisse così.
Il backstage ve lo racconteremo di persona.
Un abbraccio a chi ci ha seguito in questa avventura, ci sentiamo da Manila.

Matteo Pota Rivadossi

Since we got out of beer last sunday (and dont mention expensive electricity) we with Mario decide it is time to go home it was my second expedition in Samar and must say I will miss people we met there – especialy those in small vilages who are not ocupied with western way of livng.
Other guys from expedition team stay another week in barruz ( you did not fulfill the norm yet – sorry guys) and I was very happy to share with you these weeks the passion as we all have- exploring something unknown. special respect to Gandzalf & Pota who are motor of explorations in this area for many years.
See you in another day and dont forget kilometers still have to be done

With respect

Simon B

all'ingresso classico di Sulpan

ancora archi di roccia lungo il Sedondo Collettore

ci si prepara per l'arrampicata della Cascata in Sulpan

arrampacata libera con le Salomon da corsa su strada!

bella sezione sempre nel ramo a monte

Carlisa meglio di una lavastoviglie a casa Calagos

colazione con la mantide

come resuscitare un paio di 5.10 finite...

controluce nel ramo a monte in Sulpan

controluce nel ramo a monte in Sulpan

dopo la punta dei 30km...

il passaggio del duck lungo il collettore a monte in Sulpan, aperto giusto 30cm

il piede di Lillo ormai somiglia piu' ad un cotechino!

incredibile ma vero, 32km e carta canta!

la galleria che dall'ingrsso di Sulpan porta alla base del sotano

lungo il Secondo Collettore in Sulpan

uno dei bellissimi ponti lungo in Secondo Collettore in Sulpan

uno dei ragazzini che ci ha seguito in Sulpan

Sulpan alla base del sotano

un'ultima volta alla sorgente

ritorno quotidiano a Barruz lungo il fiume

raccoglitrici di patate dolci in pausa

ormai alla frutta...

l'ultimo brindisi a casca Calagos

giusto qualcosa di piu' del solito rosario...


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