Un’attività “mondiale”
Filippine, 1987
La definitiva rottura con gli schemi provinciali e la consapevolezza tecnica di una certa autonomia, hanno caratterizzato la speleologia del GGB dagli anni 90 fino nel nuovo millennio. Assolutamente notevole la mole di attività esplorativa svolta in questo periodo da alcuni soci, collaborando spesso e volentieri con altre realtà speleologiche italiane e straniere, siano gruppi che singoli speleologi. Tralasceremo i riferimenti sulla variegata attività condotta sul territorio bresciano che, a fianco gli aggiornamenti dell’Omber, ha portato decine di nuove cavità. Una scelta dettata non certo per importanza ma per meglio inquadrare la molteplicità degli obiettivi seguiti fuori dai confini della provincia. Nei primi anni ’90 importante è stato il contributo offerto, a vari livelli, alle ultime fasi dell’Operazione Corno d’Aquilio, culminato con l’esplorazione del “Ramo dei Bresciani”, 250 metri oltre il sifone sotto il Pozzo Ribaldone, situato nelle parti più profonde dello storico abisso veronese Spluga della Preta (-900). Partecipando ad una prima spedizione nelle Alpi Albanesi (G. Garbelli 1992) ed organizzandone una seconda (G. Garbelli 1993), vengono esplorate varie cavità tra cui la Sphella e Puçit (-350) che, con i suoi cinque chilometri, diviene la più estesa grotta d’Albania ma con prospettive ancora superiori.
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Etiopia, 1997
Nel biennio ’93-‘94 si collabora fattivamente con i fiorentini alle esplorazioni “tridimensionali” all’Abisso Saragato (-1075, 10 Km di sviluppo). Tra febbraio e marzo 1994 M. Rivadossi partecipa ad una spedizione leggera in Filippine. Nell’estate dello stesso anno, nella familiare ma speleologicamente insospettabile Val Daone in Trentino, si esplora la magica grotta di Aladino (-350 m, 8 Km). Contemporaneamente in Apuane si percorrono, sempre con i fiorentini, nuove prosecuzioni all’Abisso Roversi che, con i suoi -1249 metri, diviene la massima profondità italiana. Proprio le Apuane, ma soprattutto la Carcaraia con le sue enormi potenzialità, diverranno terra di confronto abituale per i bresciani del GGB, tanto da proseguire alla Buca dell’Aria Ghiaccia per ben 2500 metri di arrampicate (probabilmente un record unico al mondo) sui 10.000 esplorati in cerca di una giunzione, anzi della Giunzione. Teorizzata, a lungo cercata, poi quasi fatta ma dalla parte opposta e alla fine spuntata, la congiunzione con il sovrastante Abisso Saragato si materializza nel Luglio ‘98. E’l’appassionante coronamento di due enormi campagne esplorative quasi in competizione per un unico sistema che attualmente conta uno sviluppo di 30 km e un dislivello di 1100 metri. Nel 1996 e ’97 parte dell’attività si sposta sul versante italiano del Monte Canin, in Friuli-Venezia Giulia: le esplorazioni principali sono lo Zeppelin (-960), Capitan Findus (-750) e Amore quanto Latte (-700), gli ultimi caratterizzati rispettivamente da verticali interne di 280 e 293 metri. Tra gli obbiettivi più prestigiosi di questo periodo è certamente da segnalare il raggiungimento per primi, insieme agli amici triestini e sloveni, del fondo di Vrtiglaviça-Vertigo (-643 m.), il pozzo più profondo del mondo, situato sul versante sloveno del Canin. Nel 1997 spedizione GGB in Etiopia in collaborazione con la CGEB di Trieste. In Grigna, nel maggio dello stesso anno, continuano le ultime punte al difficile Abisso Orione (-700) nel tentativo di collegarlo al sistema di W le Donne (-1176).
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Vietnam, 1999
Notevole è proprio l’attività extraeuropea con ben sette spedizioni in Messico, soprattutto nello stato del Chiapas, le prime tre organizzate dall’Associazione La Venta: Rivadossi nel ‘95 svolge un ruolo decisivo nell’esplorazione della colossale traversata della Cueva del Rio La Venta (14 km e 400 m di dislivello). Con i compagni Tanfoglio e Chiaf nel’97 nella foresta di El Ocote effettuerà un serio tentativo di raggiungere l’” Ombligo del Mundo”.
Quattro spedizioni vengono poi organizzate annualmente a partire dal 1998, sempre in Chiapas, inaugurando per l’occasione una apposita struttura organizzativa: l’associazione Odissea Naturavventura che con il GGB partecipa al progetto internazionale di ricerche carsiche “Cerro Blanco”. I risultati esplorativi non tardano ad arrivare e possono essere considerati tra i maggiori mai realizzati da speleologi italiani all’estero: in breve si collega il verticale Sistema di Soconusco con la Cueva de Aire Fresco in un complesso di 35 chilometri. In Aire Fresco viene addirittura esplorato un nuovo ingresso alto arrampicando dall’interno a + 550!
Nell’ulteriore tentativo sfiorato di connettere anche questa cavità al sistema, si prosegue anche sul fondo della Cueva de Arroyo Grande raddoppiandone la profondità (14 km, 350 m).
I bresciani ben presto, da semplici collaboratori dei colleghi statunitensi e canadesi, si troveranno a coordinare le ultime campagne esplorative di questo importantissimo progetto internazionale con l’incarico aggiuntivo di ultimare la stesura di un volume monografico e un video documentario professionale dedicati all’area.
Nel 1998 assieme a colleghi marchigiani si raggiunge il nuovo fondo a –880 nel famigerato Ramo del Meandrino nel sistema di Monte Cucco; nel 1999 in occasione del campo in Matese organizzato dagli amici molisani si esplora il Ramo dell’Eclissi nelle zone terminali del Pozzo della Neve (-1050).
A fine ’98 Rivadossi prende parte alla fortunatissima spedizione italo-francese in Vietnam che esplorerà ben 18 km di nuove grotte di cui una metà in una sola cavità, seconda per sviluppo del Paese.
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Toscana, 1998
L’anno 2000 si apre con la curiosa arrampicata artificiale condotta all’interno del colossale Sotano de Las Golondrinas nel Gennaio 2000 ad opera di Rivadossi, Rossetti e Faletti che in ben cinque giorni di permanenza in parete hanno realizzato la prima grande scalata, la prima “Big Wall” sotterranea della storia! Nell’occasione il regista Marco Preti ha realizzato una fiction cinematografica.
Gli ultimi tempi anno visto il GGB, tra i fisiologici alti e bassi, riuscire a connettere in un unica punta nell’Ottobre 2000 il Vianello-Buse d’Ajar al sistema Gortani-Davanzo (Canin) in un unico complesso di ben 40 km (seconda grotta italiana per sviluppo), partecipare con gli amici del CAI di Malo ad una campagna esplorativa nell’abisso Degobar sull’Altopiano di Asiago (-580), a vari campi interni ancora con gli amici sloveni alla interminabile Mala Boka a Bovec in Slovenia (5 km, +650 metri).
Di recente è stata condotta una nuova spedizione mista in Filippine nell’intento di giungere al mitico Mactingol, “il fiume che romba” che non è stato possibile perseguire per la guerriglia maoista che da anni imperversa nell’area. In alternativa si è riusciti ad esplorare una nuova area situata sull’isola di Leyte scoprendo, insolite per le Filippine, alcune cavità ad andamento verticale.
A Marzo 2002 breve ed intenso campo invernale sul Monte Pelmo: bresciani e vicentini, trasportati dall’elicottero, completano la discesa di alcuni profondi pozzi ghiacciati impraticabili in altre stagioni.
In fine citiamo, con una punta d’amarezza per i tristi risvolti “politici” legati alla vicenda, l’unica fortunatissima punta condotta all’Abisso Obelix (Altopiano di Asiago) con gli amici dell’USV di Verona e del CAI di Malo che anno portato la grotta al livello di base a circa 800 metri di profondità.
Sotano de Las Golondrinas, Messico, 1999
Kalibidungan, Filippine, 1994