«È stato proprio bello!»… si dicevano, con un gran sorriso, quei due che sono andati in 791 sabato 23 febbraio. Mercoledì in sede non avevano trovato nulla di più che loro stessi quando avevano proposto la punta. Neanche gli sms mandati la sera prima a gente “probabile” (e anche “improbabile”), avevano avuto successo. Ma dalla loro parte avevano tanta decisione e voglia di fare che davano sollievo anche durante il trasporto dei sacchi, nella scomoda e stretta 791, contenenti tutto il necessario per una buona disostruzione. Una volta al lavoro, a -160m circa, riuscivano ad aprirsi un varco nel già stretto meandro “su misura” (la loro misura chiaramente, per il momento proibitiva per alcuni), e ad avanzare per pochi metri in orizzontale… e poi ancora uno stretto passaggio, un saltino verticale… e avanti ancora, e poi va, e continua! I loro occhi brillavano tra le tante concrezioni color fango del meandro (ribattezzato Tumiami). L’entusiasmo, di tanto in tanto, lasciava il posto all’incoscienza su certe disarrampicate senza materiale d’armo, ma difficilmente si poteva contenere la curiosità… a sbarrare la loro avanzata una stretta forra con rigagnolino che compieva un salto di 5m per terminare in una bella e larga pozza. «Saremo quasi in Omber», si dicevano mentre cercavano di quantificare i metri percorsi e il dislivello: 70m e -20m circa. «Non male, non male, finalmente è ripartita!».
Pota gnari, ga öl costansa!
Vicky